E’ finalmente arrivato il regolamento che definisce le caratteristiche dei Poli Turistici Locali previsti dalla nuova Legge Turistica delle Regione Campania dell’8 agosto 2014.
Una struttura molto importante che rivede il modo di fare turismo in Regione non solo dal punto di vista della promozione, ma soprattutto dal punto di vista dell’organizzazione dell’offerta turistica di un dato territorio. Un modo, se non l’unico, per permettere al pubblico e al privato di questo settore di dialogare e confrontarsi per andare nella stessa direzione.
Una prima opinione in merito alla legge l’avevo già espressa in questo post, ma ora con i regolamenti attuativi, il quadro normativo e procedurale va via via definendosi meglio.
In merito molto importante è la commistione pubblico/privato prevista per il PTL; finalmente la Regione si è resa conto che le politiche turistiche non possono far a meno della partecipazione dei privati e che le scelte del settore non possono essere calate dall’alto.
In particolare infatti, il regolamento prevede che possano concorrere alla costituzione di un Polo Turistico Locale:
- Comuni o unioni di comuni ricompresi all’interno dell’ambito turistico territoriale omogeneo interessato;
- Camere di Commercio industria artigianato e agricoltura competenti per territorio;
- Altri enti e soggetti pubblici rilevanti per la filiera di riferimento e operanti nell’ambito territoriale interessato;
- Le imprese del settore turistico, le associazioni o i consorzi di soggetti privati, o i consorzi di soggetti pubblici e privati operanti nel settore turistico e culturale, ivi compresi i distretti turistici istituiti con decreti del Ministero dei beni culturali e del turismo ai sensi del decreto-legge 13 maggio 2011, n. 70.
Tale organismo si deve dotare di uno statuto e di un organismo di gestione, ma soprattutto deve occuparsi anche della definizione di tutti i dati relativi alle iniziative e agli interventi inseriti nel programma annuale dei servizi e delle attività del territorio di riferimento. Si comincia a comprendere anche l’importanza dello studio del fenomeno turistico.
Il regolamento lascia molto spazio sia al pubblico che al privato anche in termini di autonomia e individuazione delle politiche e delle strategie per ogni singolo territorio e rappresenta sicuramente un passo avanti nella ridefinizione della struttura del sistema turistico campano che da 34 anni aspettava questa “rivoluzione”.
Ora tocca agli operatori e a tutto il sistema cogliere quest’opportunità di aggregazione e definizione del ruolo di ogni singola destinazione turistica, partendo dal basso.
Per poter avviare la costituzione di queste strutture però si attende ancora la definizione degli ambiti turistici omogenei (Gli ambiti territoriali turistici omogenei sono aree delimitate nelle quali, per storia turistica o per chiara potenzialità, sono organizzate ed ottimizzate le offerte dei servizi pubblici e privati per il turismo e dove sono integrati il patrimonio umano, ambientale, produttivo e culturale del territorio) che dovevano essere emanati con Giunta Regionale entro 90 giorni dall’approvazione della legge (8 agosto 2014) sulla cui base si potranno individuare i confini entro i quali poter costituire tali strutture.
Ma noi siamo fiduciosi.