pubblicato su Selacapo.net
Lo scorso intervento ci ha portato a vivere la terra del conte e a sentire brividi di freddo lungo la schiena. Viaggiare ad est è stato emozionante, ma tornare nel sud Europa dell’Irpinia lo è ancora di più.
Con questo viaggio sentiremo però ancora brividi di freddo, ma per la temperatura che si registra mediamente agli 860 metri di Bisaccia! Nel pieno dell’Alta Irpinia, dell’Irpinia d’Oriente, quella terra che tutti sappiamo dov’è, ma che nessuno scopre mai a fondo, fatta di stupende alture dove l’unica parola a cui pensi continuamente è immensità.
Una parola questa, che riassume spesso la caratteristica presente e che “senti rimbombarti dentro” quando attraversi questi territori ampi e sterminati, dove il vento e il grano la fanno da padrone.
A Bisaccia tutto gira intorno alla parola immensità. Qui (per citare cantanti famosi) “un senso di vuoto ti colora” mentre ti avvicini al centro abitato, un senso colorato soprattutto di verde, l’originale verde Irpino.
L’immensità ti assale appena ti intersechi tra le curve che ti portano al paese e fin sul Formicoso, tra la maestosità delle pale eoliche che caratterizzano il paesaggio. Provi impotenza e fierezza nel sapere che quel territorio produce futuro, l’energia del futuro. L’immensità ti avvolge e ti costringe a fermarti per ammirare uno spettacolo di tecnologia e natura senza eguali.
L’immensità della forza della natura che anche qui si è manifestata nel terremoto, la vedi nella conformazione dell’abitato diviso in due: Bisaccia Vecchia e Bisaccia Nuova, per dirla con parole dei Bisaccesi. Nella Bisaccia Nuova che guarda dall’alto la Vecchia ti ritrovi un “quartiere costruito frettolosamente” dalla voglia di ripartire, spogliato della sua storia, dove tutto è freddo e sovrastato da un ospedale che il popolo ora fatica a tenersi.
L’immensa riflessione che ne consegue ti fa correre verso Bisaccia Vecchia, amorevolemente posta al di sotto della nuova, armoniosa e quasi nascosta, come se non volesse disturbare il nuovo che avanza… ma che è immensamente confortevole nella sua piazza centrale, bianca e pura. Qui è un ritorno al passato che ti porta, senza accorgertene, al centro storico che include il Castello Ducale.
L’immensità della storia di questo Castello, dimora di Federico II e Torquato Tasso, la senti sulle spalle mentre attraversi la lunga entrata che ti porta alle arcate e mentre ti addentri nel museo civico archeologico, segno di una preistoria che anche qui è stata presente.
L’immensità di Bisaccia c’è però soprattutto nella paura che leggi negli occhi della gente che si sente continuamente minacciata da un pericolo che pende come una spada di Damocle sulla propria testa. La continua possibilità che il verde, il bello, l’intoccabile, la storia e le tradizioni possano un giorno essere sommersi dai rifiuti che qualcuno, che qui non ha mai pensato di respirare questo immenso, pensa di poter portare.
L’immensità però è anche data dalla forza che percepisci, quando tornando a casa e rivivendo al contrario tutte le sensazioni e i brividi di freddo di prima pensi “…anche io devo contribuire a valorizzare e proteggere una cosa così immensa…”questo territorio c’è e ci sarà così com’è: un’unicità e una particolarità che solo l’Irpinia d’Oriente trasmette e che solo a Bisaccia puoi provare… immensamente.