pubblicato su La Sorgente.
Due mondi a confronto che si uniscono per portare una ventata di novità nel territorio di Caposele: i giovani e il mondo del turismo. Argomenti assai complessi che uniti possono rivelarsi un grande successo, ma anche un completo fallimento.
Ma chi sono i giovani, e cos’è il turismo? Possiamo parlare di questi argomenti senza saperne il significato? Troppo spesso, infatti, sentiamo parlare di mondo giovanile e di turismo in maniera superficiale senza andare a fondo riconoscendogli la giusta importanza.
La Carta Europea della Partecipazione dei Giovani alla Vita Locale e Regionale, unico documento ufficiale che disciplina la “gioventù” in Italia, non essendoci al momento nessuna legge regionale o nazionale che disciplina le politiche giovanili, riconosce il giovane come individuo centrale della vita comunitaria e regionale, ma soprattutto individua tutti gli strumenti per la partecipazione dei giovani alla vita locale.
Il turismo invece è definito dal WTO (World Tourism Organization) come “ l’attività di coloro che viaggiano e soggiornano in luoghi diversi dal proprio ambiente abituale per un periodo di tempo che va da almeno due giorni (minimo un pernottamento) ad un anno, per svago, lavoro e motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerativa all’interno dell’ambiente visitato”, ma soprattutto individua il turista come “chi soggiorna per un periodo superiore alle 24 ore, o almeno per una notte, al di fuori della propria abituale residenza”, altrimenti si parla di escursionismo.
Sono due argomenti che possono convivere e combinarsi? I giovani hanno la possibilità di essere protagonisti attivi in questo settore?
Tutto ciò necessita di molte riflessioni. In primo luogo ritengo che il mondo giovanile attuale sia fortemente influenzato da fattori esterni che ne limitano l’azione e la creatività. I giovani sono spesso solo nominati, ma troppo spesso non coinvolti, o coinvolti molto limitatamente e con poca possibilità di proporre le loro idee e opinioni.
Ciò determina un completo allontanamento degli stessi da qualsiasi forma di partecipazione inducendoli ad una forte apatia e rassegnazione. Il giovane Caposelese però è anche fortemente votato alla critica e spesso non agisce, è capace di sottolineare le falle del sistema senza esporsi in prima persona per risolvere le questioni. Ma ci sono anche ragazzi che vogliono fare e non ne hanno la possibilità.
Il mondo del turismo invece è un settore molto complesso che ha bisogno dell’apertura mentale dei giovani per sopperire alle problematiche tipiche che lo stesso ha sotto diversi punti di vista, a partire dalla stagionalità fino a arrivare alla forte elasticità della domanda.
Per affrontare e superare tali problematiche, tipiche anche del turismo Caposelese e di Materdomini, c’è assoluto bisogno di una serie di novità nell’ambito delle iniziative turistiche e di progettualità pluriennale da porre in atto per Caposele.
Il ruolo del giovane in quest’ottica è centrale e fondamentale. Considerando i principi della Carta Europea della Partecipazione dei Giovani e le caratteristiche del turismo, infatti, è obbligatorio dar fiducia alla popolazione giovanile.
Solo il giovane infatti ha una prospettiva diversa, ha la capacità di avere una visione futuristica della realtà tale da rendere possibile la stesura di una programmazione di lungo periodo con obiettivi perfettamente definiti.
Sappiamo tutti che il turismo a Caposele, ma soprattutto a Materdomini, è un elemento trainante dell’economia, ma i veri cambiamenti possono arrivare solo dai giovani in Proloco e non. Se non vogliamo vedere il nostro turismo morire, dato che siamo una fase di maturazione del nostro prodotto turistico e la successiva fase è il declino, c’è bisogno rilanciare il prodotto stesso.
Penso che le parole chiavi siano quindi programmazione, quanto meno triennale, ma soprattutto interazione tra gli attori.
Lo sviluppo turistico passa necessariamente dalla definizione di un obiettivo comune da raggiungere in un determinato arco di tempo, dall’analisi e dall’individuazione delle risorse disponibili per arrivare alla definizione dell’azione collettiva da intraprendere.
Questo processo deve coinvolgere i giovani, le istituzioni, la Proloco, il Forum dei Giovani, ma soprattutto i privati, nella creazione di quello che in materia viene definito SLOT (Sistema Locale di Offerta Turistica), che ingloba tutti gli stakeholder del settore turistico per portarli a remare in un’unica direzione al fine di promuovere e quindi offrire “la località e i suoi servizi turistici” sotto un’unica immagine, quella di Caposele e di San Gerardo, apportando benefici all’intera comunità.
Analizzare il turismo esistente è il primo passo; spesso sento parlare di interazione tra turismo religioso e turismo naturalistico, cosa che credo sia solo forzatamente esprimibile dato che sono due forme di turismo assolutamente differenti che hanno esigenze e capacità di spesa assolutamente diverse. Conseguentemente necessitano di due programmazioni diverse dove la domanda e quindi i servizi da offrire cambiano. Credo sia molto più facile legare l’attuale turismo religioso a quello congressuale. L’obiettivo primario da raggiungere è rendere Caposele un paese attraente tutto l’anno puntando a tre segmenti di mercato: turismo religioso, naturalistico e congressuale. Bisogna però lavorare in modo diverso per ogni segmento valutando le peculiarità di ogni singolo turista per soddisfarlo sotto vari punti di vista e creando economia per la comunità.
E’ chiaro che tutto ciò diventa di difficile applicazione senza risorse di carattere economico, fattore che è spesso elemento di freno di qualsiasi nuova iniziativa.
In quest’ottica diventa importante per la Proloco giovani essere il nuovo punto di riferimento per la comunità caposelese e il turismo in genere, deve fare da pungono affinché si risponda a bandi provinciali, regionali e europei nell’ambito turistico a fine di moltiplicare le risorse economiche a disposizione. Si deve ricominciare a lavorare nell’ambito del circuito Unpli (Unione Nazionale delle Proloco Italiane) anche per reperire risorse umane grazie al servizio civile che tale circuito propone e mette in atto annualmente. Se si fa parte di un circuito perché non lo si utilizza?
L’importante è avere le idee e le capacità progettuali, perché se i progetti sono validi, non c’è parte politica che tenga, essi devono essere finanziati. Negli ultimi anni questi elementi sono davvero mancati alla nostra comunità.
Di queste problematiche bisognerebbe iniziare a parlare con i giovani, con l’obiettivo di superare gli individualismi proponendosi sul mercato come una collettività e non come una somma di più operatori della filiera turistica, che agli occhi del turista appare sempre più divisa e non comunicante.
I giovani a Caposele hanno iniziato questo processo inserendosi nel sistema Proloco, ma ora è tempo di dare una svolta al futuro di questa comunità se vogliamo avere tutti un futuro.
Perché noi giovani semplicemente rivendichiamo spazio, il nostro spazio, perché questo nostro spazio negatoci oggi porta alla normale conseguenza della negazione del nostro futuro qui alle foci del Sele, perché questi giovani a settembre vorrebbero ripartire e non partire!