TIM Italia Connessa 2015 – Comuni Connessi: il contest di Telecom per i Comuni.

Il digitale è un’opportunità/problema, le reti anche, i soldi e i tempi pure. Intorno a questo tema si sta sviluppando tutta l’economia del futuro (PA, turismo, sanità, ecc.) e tutto ciò che riguarda anche le opportunità di crescita di un territorio oltre che di creazione di nuova occupazione: senza alcun dubbio.
E’ per questo che è necessario trovare e cercare di investire in questo settore anche in linea con il Piano di Sviluppo Digitale italiano che intende l’insieme delle iniziative finalizzate alla diffusione dell’uso di servizi digitali da parte di cittadini, aziende pubbliche amministrazioni in coerenza con gli obiettivi delle Agende Digitali Nazionali e Comunitarie, valorizzando le specificità del territorio.

Insomma: creiamo le Smart City.
Ed ora Telecom intende premiare chi vuole farlo davvero e vuole spingere alla stesura di Piani di Sviluppo Digitale con il Contest “TIM Italia Connessa 2015”.
L’obiettivo è quello di selezionare il Comune che presenterà il più convincente e concreto Piano di Sviluppo Digitale e che darà la maggiore disponibilità a facilitare la realizzazione delle infrastrutture. 
Ecco come.
Chi: i Comuni italiani con una popolazione compresa tra i 14.000 e i 51.000 abitanti.

Step: 
  • presentazione domanda e della proposta che includa un Piano di Sviluppo Digitale entro il 13 novembre 2015;
  • valutazione dei Piani di Sviluppo Digitale e inserimento in una short list da parte di una giuria;
  • entro il 4 dicembre verrà scelto il Comune vincitore.
Criteri di valutazione dei Piani (art. 4 punto 4.3 del regolamento):
  • La coerenza con le priorità indicate dall’Agenda Digitale Italiana e con i Target dell’Agenda Digitale Europea;
  • L’impatto sulla diffusione e sull’uso dei servizi da parte di cittadini, famiglie, aziende, pubbliche amministrazioni;
  • La concretezza e l’affidabilità dei Piani dando preferenza ai servizi effettivi rispetto alle semplici “demo” o ai progetti di ricerca;
  • Il livello di innovazione dei progetti e delle iniziative previste; 
  • L’impatto sull’occupazione, soprattutto quella giovanile;
  • La coerenza con le vocazioni industriali, produttive e culturali dei territori;
  • Il pieno utilizzo delle Reti NGN fisse e mobili.
Inoltre, sarà valutata l’effettiva realizzabilità e in particolare:
  • Copertura Economica;
  • Valutazione tecnica di fattibilità;
  • Tempistica;
  • Misurabilità.
Durata: dal 30 giugno al 13 novembre 2015.
Costo di partecipazione al contest: gratuito.
Premio: nel Comune selezionato Telecom realizzerà le infrastrutture di rete NGN, in anticipo rispetto ai propri piani, e comunque entro 24 mesi dall’aggiudicazione del Contest.
Non credo ci sia molto da pensare.

Turismo: quanto contano la programmazione e, soprattutto, gli eventi.

La vita di una località turistica che tale intende presentarsi sul mercato turistico regionale, nazionale e perché no, internazionale, ruota intorno a delle peculiarità che sono senza dubbio legate ai propri attrattori e alle proprie risorse turistiche, ma sono anche legate alla propria capacità di organizzarsi e di offrire qualcosa che attiri flussi turistici anche senza grandi risorse.
Ne sono un esempio storico la riviera romagnola che, pur non avendo il miglior mare del mondo (e nient’altro), è riuscita negli anni passati a divenire meta di turismo di massa grazie a degli interventi mirati sugli eventi e all’organizzazione di una particolare offerta turistica, creando tutto dal nulla.

Ne sono un esempio località come Melpignano che intorno alla Taranta ha costruito un impero.
Sono esempi che evidenziano come non si possa decidere di diventare meta di vero turismo (quello che dorme, mangia, beve e entra nei musei) con uno schiocco di dita che dall’oggi al domani porta a migliaia di presenze annue.
I risultati li si ottengono nel tempo attraverso una parola molto difficile da comprendere e inculcare nelle amministrazioni che gestiscono i nostri comuni: la programmazione.
Se Gallipoli, Salerno, la Puglia e altre località, prima erano inesistenti sul panorama turistico nazionale ed internazionale ed oggi sono rinomate località turistiche, è perché lo hanno deciso 10 anni fa e 10 anni fa hanno programmato tutte le azioni necessarie affinché oggi potessero essere quello che sono. 
I turisti lì non sono caduti dal cielo.

Hanno fatto una cosa che in Campania e in Irpinia, ma sopratutto a Caposele ancora non abbiamo compreso bene: hanno stabilito un obiettivo a lungo termine e perseguito lo stesso nel tempo definendo, anno per anno, gli step intermedi da raggiungere a piccoli passi.

L’Irpinia ancora non li ha definiti questi obiettivi, ancora non ha scelto i suoi step. E’ andata all’Expo ma tra 10 anni non sappiamo che cosa vogliamo essere: vino, enogastronomia, ambiente, montagna, castelli, sport, sagre?
Io non lo so e sono certo che non lo sa nessuno e non lo sanno i nostri amministratori.
La parola programmazione è una sconosciuta, non la si conosce nella scelta degli eventi e nella calendarizzazione degli stessi. I nostri calendari estivi si presentano sul panorama dell’offerta turistica nazionale, se va bene, nel mese di giugno: quando la maggior parte dei vacanzieri ha già scelto dove andare in vacanza.
Quanti programmano una vacanza, un weekend in un luogo non conoscendone gli eventi, o almeno gli eventi di maggior richiamo?
Quanti scelgono delle località il cui manifesto estivo esce il primo agosto e che non viene promosso in alcun modo? Ve lo dico io: nessuno.

Gli eventi sono importanti e utili solo se utilizzati come strumenti di richiamo e come elemento per portare a conoscenza di un certo target di persone una determinata località e attrattori, altrimenti sconosciuti. Devono essere specchietti per le allodole che attirano persone in un luogo per farglielo scoprire.
E’ per questo motivo che gli eventi vanno programmati, selezionati, potenziati e scelti in base alle esigenze turistiche che la località ha in mente. Altrimenti sono interventi spot volti a consumare denaro pubblico e ad accontentare l’amico insieme alla piazza per quell’estate.
Bisogna dunque fare una scelta anche nella costruzione degli eventi: si fa o non si fa turismo. Se lo si vuole fare gli eventi vanno agevolati, gli orari prolungati e le eccellenze premiate, anche a discapito di qualche ora di sonno e di un po’ di disagio per l’abitante locale.
D’altronde la convivenza tra l’abitante e il turista non è mai stata facile perché sono due categorie che hanno delle esigenze differenti, ma se si sostiene che si vuole fare turismo in certe località sono necessarie scelte dolorose per gli abitanti, a discapito di qualche voto ma a vantaggio di un’economia e di un progetto che altrimenti turistico non è.

Forza e coraggio, prendiamo queste decisioni, programmiamo questo futuro. 
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