Il settore dei beni culturali e soprattutto dei musei non ha mai amato particolarmente le macchine fotografiche né tantomeno, ad oggi, i social network e tutti i “mezzi di invasione di massa digitali”.
La paura del plagio, la necessità di riservatezza e di tutelare le opere hanno sempre avuto la meglio sulle strategie di marketing online e sulla diffusione della cultura libera tra i comuni mortali.
Ma sembra che Twitter stia modificando questa visione e che molti Musei (e forse molti dei loro direttori) inizino a comprendere le enormi potenzialità del mezzo, principalmente quelle strutture molto piccole.
L’hashtag non sembra più un mostro e differenti iniziative stanno permettendo all’arte e alla cultura di farsi conoscere e di diffondersi, di divulgare le opere presenti all’interno dei nostri musei.
Il coinvolgimento del pubblico nella promozione e la diffusione di sempre più numerosi eventi e iniziative legate a Twitter e agli altri social network stanno creando nuove opportunità in questo mondo che sembrava di cristallo, avvolto in una tela di protezione rispetto a queste metodologie di coinvolgimento del pubblico.
La prima iniziativa, ideata da Fabrizio Todisco, ha pensato bene di aprire il mondo della cultura in generale e di creare le famose “invasioni digitali” all’interno di tutti i musei che ne avessero aderito, con l’obiettivo di diffondere la cultura attraverso i social network.
Dal 24 aprile al 4 Maggio 2014, infatti, ben 406 strutture e luoghi sono stati invasi da utenti muniti di smartphone o altra diavoleria, che sotto l’hashtag #invasionidigitali hanno catapultato migliaia di opere d’arte, luoghi sconosciuti e pezzi da collezione nel mondo dei social. Hanno aperto il mondo dei musei e non solo a tutti, attraverso il contributo di tutti.
La seconda, invece, curata da Caterina Pisu e Ilenia Atzori, è un’iniziativa ad appuntamenti che prevede visite virtuali in 12 musei italiani affidate ai responsabili della comunicazione, a guide o altri appassionati del museo stesso.
Una modalità di utilizzo di Twitter volta non solo a promuovere i piccoli musei, ma soprattuto a permettere la visita, in modo facile ed alternativo, attraverso il semplice uso di un hashtag ad appuntamenti fissi settimanali. Foto, spiegazioni e curiosità, il tutto attraverso Twitter.
L’ultima, probabilmente la più curiosa, ha visto nascere all’improvviso una serie di profili Twitter legati alle più famose opere presenti nei nostri musei, dai Bronzi di Riace alla Venere di Milo che, a suon di tweet, battibeccano tra di loro tirando fuori anche una eccezionale personalità.
Molti hanno ipotizzato un’operazione di marketing del Mibact studiata ad hoc, che direi ha prodotto interessanti risultati.
Nel twittare queste opere, infatti, generano curiosità, aumentano i loro follower e di conseguenza si autopromuovono, attraverso tanta ironia e sarcasmo.
E’ evidente che qualcosa sta cambiando grazie a questo strumento e che i musei si stanno avvicinando a Twitter comprendendone le potenzialità e riuscendo, anche attraverso queste iniziative, a smuovere un mondo che è ancora troppo bloccato da un “protezionismo culturale” che deve essere sdoganato.
Twitter sta aprendo un mondo all’interno di queste strutture, modificando cultura ma soprattutto, mi auguro, la legislazione e le possibilità di fruizione. I mezzi ci sono e i risultati anche. Attendiamo e seguiamo gli eventi.