Non è che non voglia più scrivere di viaggi, ma questa volta Bruxelles è stata fantastica ed è proprio l’occasione giusta per riprendere questa rubrica e questo progetto, anche se il tempo a disposizione è sempre meno, e i viaggi sempre più. Dall’Europa all’Irpinia andata e ritorno, questo è il filo conduttore di questa sezione che allora voglio riprendere ripartendo dall’Europa e dalla sua capitale: Bruxelles.
Poi le Pigeon, casa dei pittori abitata da Victor Hugo, La Luove, le Cornet, le Renard, edifici in circolo tutt’intorno alla piazza. Bisogna solo scegliere. Bruxelles infatti è una piccola e “pericolosa” scatola di cioccolatini nel vero senso della parola. La cioccolata, la birra belga, le cozze e le istituzioni europee i gusti da provare. Dopo la piazza che hai trovato facilmente diventa inevitabile cercare un bimbo, quello che hai visto in molte bacheche delle case dei tuoi parenti, simbolo indiscusso della città: il Manneken Pis. Tutti pensano sia una statua al centro di una piazza da trovare in un secondo, ed invece la sua ricerca sarà una vera e propria caccia al tesoro. Per trovarlo perciò ti servirà un po ‘di fortuna, quindi conviene strofinare la mano sulla statua di Everard ‘t Sercleaes, si dice porti fortuna sotto i portali, in un vicolo della Grand Place in cui ti infilerai.
Questa è la capitale di tutti noi, tutti noi dovremmo visitarla un po’ come La Mecca europea, non degli euro-scettici però. Qui l’Europa la respiri per davvero non solo perché il clima è tutti i giorni quello di una città che ruota intorno alla bandiera blu a 12 stelle, ma sopratutto perché qui ci trovi tutti i 28 paesi che compongono questa Comunità. In strada, mentre passeggi verso il centro ti rendi conto di esserti catapultato nel mondo della diversità unita che si mischia con lo stupore che la città ti trasmette. Arrivato non puoi perderti, la Grand Place è al centro, ti aiuta ed essere trovata.
Dall’alto dei sui 90 metri San Michele che uccide il drago ti guida come una stella cometa, ed è la prima cosa che vuoi vedere, inspiegabilmente e velocemente, con le tue gambe che vanno li da sole. E quando ci arrivi non puoi che notare le bocche aperte dei turisti e gli occhi sbarrati dietro le macchinette fotografiche di chi c’è, nella piazza più bella d’Europa probabilmente: la Grand Place.
La piazza è un insieme di edifici incantevoli che a ruotar intorno per vederli gira la testa, noti subito il palazzo principale asimmetrico con la torre centrale che in realtà non è al centro, con il lato sinistro del palazzo più lungo di quello destro, risultato del lavoro di un architetto che poi ha fatto una brutta fine, ma che oggi è ricordato per questo anche se il nome è sconosciuto. I colori che ti girano nelle orbite degli occhi quando sei al centro della piazza ti gireranno per un bel po’ nella mente, provando a convincerti che quando sarai a casa non potrai più cancellare quelle immagini dal tuo cervello.
Dopo svariate richieste di aiuto, tra mappe, domande e tabelle, lo troverai in un angolo, sorridente a sbeffeggiarti con il suo sorriso sarcastico, lì dove lo hanno trovato a fare la pipì durante un’incendio che colpì la città qualche anno fa. E se sarai resterai enormemente deluso.
Ma Bruxelles è sorprese in continuazione, sorprese di sapori che le migliaia di birre nascoste nei pub ti possono riservare tra quattro mura tappezzate di sottobicchieri o vassoi, quelle dei migliaia di gusti che puoi trovare nelle cioccolaterie, ma sopratutto sorprese dagli incontri ai banconi che puoi fare in ogni istante con qualsiasi tipologia di nazionalità, spesso lavoratori negli uffici parlamentari. Bruxelles è infatti l’Europa in ogni senso. Quindi non si può non passare per la città europea dove puoi vivere e vedere tutto sulle istituzioni blu.
Una vera e propria città istituzionale dove gente in cravatta discute in tante lingue diverse, dove anche l’aria che respiri sembra voglia dirti che in queste sedi si sta costruendo qualcosa di grande per il nostro continente, che sta garantendo da decenni pace e prosperità ad un territorio martoriato dalla guerre nella storia. Il Parlamento Europeo è facilmente accessibile, tutte le bandiere infilate in ordine alfabetico in lingua madre di ogni paese un’emozione da fotografia. Il Parlamentarium poi, un museo altamente interattivo che ci racconta come siamo arrivati ad oggi a mettere insieme 28 paesi diversi. Qui potresti facilmente perderti tra i curriculum dei parlamentari e tra i migliaia di video che raccontano questo straordinario processo, immerso in un blu che sembra darti alla testa, in una trasparenze che noi italiani dovremmo apprendere.
Ma Bruxelles è sopratutto l’idea di un mondo che è possibile, un sogno che ognuno deve avere, nel nome di un progetto, pensato da Schuman che io in particolare non smetterò mai di amare. Come ogni buon visitatore di Bruxelles non potrà fare dopo averla vista.
Decisamente destinazione EST EST EST.