(L’analisi). Nasce la nuova legge sul turismo Campana. Quali vantaggi?

Una legge in Regione Campania attesa 34 anni e finalmente ora ne abbiamo una, nuova o seminuova. E’ una legge che prova a mettere un po’ di ordine all’interno dell’ingarbugliato settore turistico campano a livello prettamente pubblico. Per il privato c’è ancora da attendere.

In estrema sintesi questa legge introduce tutta una serie di novità abolendo gli enti provinciali per il turismo e riorganizzando tutto il sistema turistico campano basandolo sui Poli Turistici Locali (PTL). Saranno organismi che potranno nascere dal basso su iniziativa di soggetti pubblici e privati, sempre però all’interno degli ambiti territoriali omogenei definiti da parte della giunta regionale. Questi poli potranno muoversi però sempre all’interno delle linee guida regionali definite all’interno di un piano triennale che sarà la regione a definire. Sopratutto trasferisce ai comuni tutta una serie di responsabilità che vanno dall’attivazione dei SIAT (servizi di informazione e accoglienza turistica) a livello locale insieme con l’organizzazione di servizi turistici di base, trasmissione di dati relativi all’offerta. Istituisce il tavolo per le politiche turistiche a cui partecipano anche i privati e rappresentanti dei PTL, l’Agenzia Regionale per la Promozione del Turismo e dei Beni Culturali della Campania, le carte dei servizi del turista e la carte dei diritti del turista, scritta almeno i quattro lingue.
Infine, finalmente, regolarizza e valorizza il ruolo delle Proloco istituendone un albo e facendole partecipare al tavolo istituzionale per la definizione dei programmi turistici regionali triennali e annuali. Questi elementi modificano profondamente il sistema turistico regionale portandolo in una direzione ben precisa,anche se alcuni di essi sono forse arrivati in ritardo e sono sicuramente migliorabili.  Soprattuto però, a mio avviso, questa legge non si fa riferimento a degli punti che andrebbero trattati. In primo luogo, non prevede nessun elemento relativo a come misurare i flussi turistici regionali, chi debba farlo e come. In questo settore misurare, analizzare e studiare i fenomeno turistico è sicuramente il primo passo da fare per poter affrontare i problemi e capire dove intervenire.  E’ una legge che non sembra avere la capacità di proiettarsi nel futuro, che non legge il passato. All’interno del testo non ritroviamo nessun accenno al digitale e all’innovazione per il settore (che nel turismo è sempre più importante) a tutto quello che è il turismo moderno e quello che sarà in futuro. E’ davvero un bene che si siano prevista la carte dei servizi e dei diritti del turista, misura molto utile hai tempi delle agenzie di viaggio, ma arriva in ritardo e ha meno peso oggi, ai tempi di Tripadvisor, Trivago e delle recensioni online.
Auspicavo che si iniziasse a definire standard di qualità dei servizi turistici e a riordinare il settore privato, che si organizzasse la formazione degli operatori e alla classificazione dei differenti tipi di“turismi”, che si lavorasse sulle professioni turistiche. In merito c’è un assoluto bisogno di un riordino che oggi in Regione Campania sono tante e mal gestite, con date di esame abilitativi che non vengono rispettare e procedure lunghissime. Tra l’altro non sembra ci sia la volontà di lavorare in questo senso per definire bene ruoli, competenze e modalità di accesso agli albi professionali che necessitano di essere semplificati e adattati alle differenti realtà e territori turistici della Campania. Purtroppo non si prevedono sistemi di incentivo alle imprese turistiche per i giovani, che potrebbero spingere giovani a investire e occuparsi del settore.
Un punto a cui tengo particolarmente e che purtroppo non è trattato è quello legato agli eventi. La legge non definisce che tipologia di attività di promozione ed eventi avranno al priorità nei finanziamenti pubblici. Penso infatti che essi si dovrebbero concentrare sugli eventi che valorizzano le specificità e i prodotti specifici legati alle particolarità territoriali, evitando finanziamenti a pioggia su eventi che con il territorio non hanno nessun legame, o eventi sporadici che poco portano al territorio in termini di ricaduta economica e di promozione. Con l’istituzione dei PTL la legge sono fatti passi avanti, ma avrei preferito che si potessero far nascere spontaneamente senza che fosse la Regione a dover definire all’interno i quali territori omogenei potersi muovere e costruire. Credo che gli operatori pubblici e privati del settore avessero le migliori competenze e conoscenze necessarie a definire un Polo Turistico Locale per omogeneità territoriale. Chi meglio di chi lavora nel turismo sa che cosa può stare insieme e cosa no?

Arrivando poi ai vantaggi per l’Irpinia: è una legge che ancora una volta non ne porta. Non ho letto in nessun comma di “turismo rurale” come invece da più parti si dice. Non vengono classificati i differenti tipi di turismo e soprattuto non vengono definite le priorità regionali in questo senso. La legge non ci dice ancora su quale turismo la nostra regione vuole puntare. In particolare per l’Irpinia invece, in merito al turismo rurale, sembra molto più adatta la legge sui distretti rurali (n°20 dell’8 agosto 2014).
Infine ritengo che sia troppo generica la copertura finanziaria. Chi aiuta i comuni a fare tutto quello che è previsto per loro nell’art. 5 (istituzione uffici di informazione turistica, armonizzazione dei servizi, promozione del PTL, ecc…)? Sembra essere una legge a costo zero per le Regione visto che non prevede nessuna copertura di tipo finanziario per nessuno degli elementi che prevede se non un troppo generico rimando alle disponibilità di fondi della comunità europea e alle disponibilità annuali in seno al governo centrale, alla regione e alla provincia, nonché alle risorse già previste per le Proloco (esigue) e per il funzionamento dell’Agenzia Regionale. Saranno i Comuni quindi a dover ricercare tutte le risorse necessarie per istituire i mantenere i SIAT? I PTL come potranno funzionare senza risorse economiche? Attendiamo ora i regolamenti attuativi e speriamo in qualche risorsa in più. Altrimenti la legge non avrà la forza necessaria a far ripartire il turismo campano.
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