Frigento, terza tappa al “pizzillo” del #MyIrpiniaTour

E’ arrivata velocemente la terza tappa di questo tour irpino estivo che pian piano mi sta portando a riscoprire piccoli particolari di questa terra piena di sorprese.
Dopo Gesualdo, Castelfranci e Morra De Sanctis è toccato a Frigento.
Pizzille e Tammorre
Uno dei paesi più alti della provincia, caratterizzato dalla presenza di tantissimi porticati e vicoli; si dice anche dalla possibilità di poter vedere oltre cento comuni girando intorno al centro e attraverso la famosa veduta dei “Limiti” (che consiglio sia di giorno che di notte).
Questa volta compagno di viaggio è stato Donato Gervasio, con cui alla fine abbiamo anche scoperto termini nuovi e bontà inaspettate. Ad attenderci c’erano la buona Antonella insieme agli amici Monica, Luca e Giuseppe, con maglie arancioni e la improbabile scritta “viri Friciento e rimani scristianuto”  – trad. vedi Frigento e rimani sconcertato – (sarà presto una nuova linea?).
La maglietta che ci ha accolto
Ciò che mi ha spinto a fare tutti e 35 i km di curve che separano Caposele da Frigento è stata l’acquolina che il presidente della Proloco mi ha suscitato nel descrivermi questo pizzillo che sembra avere caratteristiche uniche solo qui; come d’altronde tutto quello che lei descrive di questo paese che si vede ama tantissimo, lo capisci quando ne parla.
Tra una chiacchiera e l’altra con Donato le curve volano, arrivati nel piccolo centro altoirpino ci troviamo anche le paternesi Felicia e Antonia. Ben preso la musica della tammorra ci avvolge, anche se la salita per arrivare in piazza si fa sentire dalla villa comunale alla piazza sede della festa.
Il profumo è forte e anche la fame (come al solito) e neanche il tempo di salutare che ci troviamo carichi di pizzilli ripieni di ogni cosa: formaggio, prosciutto, nutella e tanto altro. La ricetta è semplice, fatta di pasta di pizza fritta imbottita come un salsicciotto di varie cibarie, di ottima fattura e gustoso come pochi.
Il “pizzillo”
La cornice è quella che ti aspetti, una piazza stracolma di gente che balla, scale, amici e chiacchiere di ogni tipo. Chiedo della preparazione del pizzillo ad Antonella che mi spiega che il miglior modo per capirla é vederla. Non esita dunque a portarci dietro le quinte della sagra. Ci addentriamo nelle cucine sul retro dove la cosa che mi sorprende subito è il gran numero di ragazzi coinvolti nella preparazione che si divertono nel farlo, mixati con i più esperti che friggono in grandi contenitori strapieni di olio. Il segreto della bontà di questo prodotto sta tutto in quella stanza che profuma di buono.
Osserviamo, chiediamo, apprezziamo e infine salutiamo augurando buon lavoro a tutti, tra sorrisi vari e pacche sulle spalle del presidente che sembra avere in pugno tutta la situazione.
Il pizzillo è davvero ottimo ma non consiglio di mangiarne più di due se non si vuole scoppiare, anche se è dura resistere visto che anche qui non si smette mai di usufruire di un’ospitalità e bontà unica, come l’ha definita Donato.
La preparazione
Dopo l’abbuffata era dunque d’obbligo una passeggiata notturna sul “lungomare di Frigento” su via Limiti dove è possibile godere di una vista stupenda di tutta la valle dell’Ufita e anche oltre.
Attraversiamo tutto il centro districandoci tra migliaia di porticati e vicoli come pochi in Irpinia, colori di un posto che però di inverno, e anche in questa serata, davvero raggela anche l’anima. C’è bisogno di un buon vino quasi sempre a scaldare.
Antonella ovviamente in questa situazione si esalta e inizia a descriverci ogni piccolo dettaglio della veduta, di quanto il tramonto qui sia unico e di quanto anche di notte la cosa non sia da meno. Il suo punto di vista è effettivamente condivisibile e poco discutibile, la passeggiata è veramente piacevole per compagnia, parole, luci e colori.
Il tour dura un po’ e ne siamo felici, chiediamo e ridiamo della parola “scristianuto”, disquisiamo di vari detti dei paesi limitrofi, arriviamo a concludere che il termine curioso si può tradurre con “sconcertato”.
Arriviamo così facilmente alle auto, ci salutiamo e diamo appuntamento alla prossima tappa del #MyIrpiniaTour che sarà a Caposele. La mia Caposele.


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