Gli stranieri confermano: turismo autentico e digitale

turismo-digitaleDopo lo studio presentato alla BIT 2014 di Milano da parte della Sociometrica, che ha analizzato la semantica di 280mila post in inglese di turisti stranieri che hanno visitato l’Italia, la situazione del turismo è estremamente chiara e le impressioni del settore vengono confermate, sia in positivo che in negativo.
 L’Italia vista attraverso i post sui social network dei turisti stranieri è esattamente quello che è, e ci troviamo di fronte all’ennesima conferma della direzione in cui questo paese deve andare e degli interventi da effettuare. Questo studio ha analizzato infatti i post dei turisti stranieri che hanno effettuato un viaggio in Italia soffermandosi sul “sentiment” che essi trasmettono. In particolare tengo a sottolineare come si confermi la necessità del concetto di “autenticità delle destinazioni” legate al volere un’esperienza di turismo vera e libera dagli stereotipi che spesso un luogo offre. Dallo studio emerge infatti che si ricercano esperienze semplici che permettano di godere a pieno di una destinazione senza l’influenza della standardizzazione e delle conseguenze derivanti dal turismo di massa.
Il secco no al traffico nei centri storici e la cura della destinazione sotto i differenti punti di vista sono gli elementi che gli stranieri vogliono e apprezzano. La qualità della ristorazione, delle nostre pasticcerie e la bellezza delle piazze tra i primi posti. E’ chiaro dunque che l’originalità, la cultura dell’accoglienza, la ristorazione e la fruibilità dei luoghi colpiscono il turista straniero alla ricerca del concetto di “italianità”. E’ necessario quindi spingere in questa direzione, verso un’accoglienza, e l’autenticità tutta italiana che rafforzi tutto questo.
Conferme anche in merito a musei e infrastrutture. L’Italia è indietro e gli stranieri ce lo dicono, anche perché spesso il confronto con le altre realtà europee è sconcertante. Le infrastrutture fanno soffrire l’ospite straniero e l’incapacità di servire prima il cittadino e poi il turista viene evidenziata in tutte le criticità che il nostro sistema dei trasporti possiede: pochi parcheggi, ritardi, stazioni ferroviarie fatiscenti. Sembra che manchi la capacità di comunicare come raggiungere i luoghi.
turismo1I nostri musei invece evidenziano tutte le loro difficoltà in merito ad un processo di digitalizzazione che tarda ad arrivare. Le file per acquistare i biglietti di ingresso, i lunghi tempi di attesa, sono criticità che la digitalizzazione delle procedure potrebbe facilmente contribuire a superare. Molto spesso infatti collezioni eccezionali presenti nei nostri grandi musei vengono sminuite da esperienze collaterali negative legate a queste piccole difficoltà.
Dallo studio è evidente che bisogna investire nella digitalizzazione del settore sotto tutti i punti di vista, emerge la necessità di w-fi, di sistemi di prenotazione online di tutti i servizi. In sintesi della fruizione delle città e dei luoghi attraverso i nuovi strumenti digitali e dell’adeguamento legislativo e non di tutte le strutture rispetto a questo mondo.
 I turisti stranieri, emerge dallo studio, vogliono cose semplici che in Europa e nel mondo esistono, ma che in Italia ancora non diamo per scontate, compresa la forza della reputazione online di un destinazione che se non curata e non orientata influenza negativamente la percezione dell’immagine di un paese. Sopratutto all’estero.
 Un turista infatti investe due cose nel suo viaggio: tempo libero e denaro. Vuole dunque che siano sfruttati al meglio. Basta infatti un solo errore in tutta la combinazione dei servizi che gli vengono offerti, per generare una percezione negativa di tutta la località, che comunicherà a tutte le sue cerchie attraverso tutti i mezzi che esso possiede.
Vale però anche il contrario, ovvero che se l’esperienza è autentica tutto sarà amplificato allo stesso modo. Dunque lo studio è un’ottimo punto di analisi da cui iniziare a riflettere. Lo studio è disponibile suwww.sociometrica.it

Il nuovo bando MIBAC per reti d’impresa turistiche. Grande opportunità?

E’ “fresco di stampa” il nuovo bando per il finanziamento delle attività per le reti d’impresa turistiche che scadrà il 9 maggio 2014, pubblicato da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.


Un bando molto interessante per avviare una serie di progettualità sul tema della collaborazione e della promozione delle destinazioni nonché delle imprese turistiche.

In particolare è possibile avviare differenti iniziative:
  • volte alla riduzione dei costi delle imprese facenti parte della rete attraverso la messa a sistema degli strumenti informativi di amministrazione, di gestione e di prenotazione dei servizi turistici, la creazione di piattaforme per acquisti collettivi di beni e servizi;
  • che migliorino la conoscenza del territorio a fini turistici con particolare riferimento a sistemi di promo-commercializzazione on line;
  • di promo-commercializzazione che utilizzino le nuove tecnologie e, in particolare, i nuovi strumenti di social marketing;
  • e strumenti di promo-commercializzazione condivise fra le aziende della rete finalizzate alla creazione di pacchetti turistici innovativi; promozione delle imprese sui mercati esteri attraverso la partecipazione a fiere e la creazione di materiali promozionali comuni.

Un bando che aiuta la collaborazione e la creazione di destinazioni unitarie sul web che si focalizzino sui nuovi strumenti di promozione, ma che soprattutto vuole spingere le imprese e le località a spostare i propri budget promozionali e i propri sforzi sul web, il “luogo” dove si svolge la maggior parte delle attività dei turisti e dove si fa sempre maggiore attenzione all’immagine e alla reputazione di strutture e località.

La linea dettata del Ministero è chiara e inequivocabile: investire nelle attività su internet e collaborare, e’ questo il futuro del comparto turistico. Difficile non essere in accordo.

Un bando complesso però, che richiede un cofinanziamento di circa 200.000 euro e un contributo a fondo perduto di altri 200.000, che quindi vuole creare progettualità articolate su differenti azioni e che investano un totale di 400.000 euro. 

Bisogna crederci quindi. Mettere insieme almeno 10 piccole e medio imprese (ma è necessario sicuramente allargare di molto la compagine anche in termini di premialità progettuale) che per l’80% siano imprese turistiche con il corrispondente codice ATECO 2007 primario.

Un punto da non sottovalutare è sicuramente il parere favorevole della Regione in merito alle azioni progettuali da svolgere, che devono essere coerenti con la politica turistica regionale e che potrebbe creare dei problemi nella presentazione delle proposte. 

Comunque un’opportunità da cogliere, su cui puntare e provare a costruire reti volte a migliorare la qualità dei servizi offerti, delle professionalità e della promozione nelle imprese e nelle località turistiche. 

E se i giovani si interessano di turismo – Gli Stati Generali della #Cultura e del #Turismo

pubblicato su iohounsognoblog

Sembra che i giovani non vogliano occuparsi del turismo, un settore di cui troppo spesso se ne parla, ma fin troppo spesso non si fa nulla.

Quindi quando ci sono iniziative fatte da giovani per il turismo c’è bisogno di lodarle e di porle all’attenzione della gente, bisogna sottolineare come attraverso il web questo settore acquisisce benefici e come, attraverso di esso, diventa estremamente semplice coinvolgere su temi che sono fondamentali per il futuro dell’Italia.

Ci sta provando il Forum Nazionale dei Giovani con l’ennesima iniziativa che merita senza dubbio una citazione e, secondo me, maggiore considerazione: gli stati generali della cultura e del turismo e la relativa consultazione online sul settore che si sta svolgendo dal 4 ottobre.
Per la prima volta questo organismo si avvicina a dei temi che ritengo siano cruciali per il futuro di questo paese, stanno chiedendo l’opinione a tutti i giovani su temi quali:
– il sistema turistico italiano
– la formazione e le nuove professioni
– la valorizzazione dei beni immateriali e materiali
– l’Unesco
– il cinema e il teatro
– la capitale europea della cultura
– il turismo sociale
Un lavoro molto interessante che parte dal porre delle domande estremamente semplici ma efficaci, volte a costruire un documento che conterrà le proposte del mondo dei giovani per il turismo.
Il Forum Nazionale infatti ha questo “potere” o “facoltà”. Rapportandosi direttamente con il Governo può fare proposte in qualsiasi settore e negli ultimi tempi, con l’impegno di Carmelo Lentino, questa attenzione nei confronti di un settore fondamentale non può che essere accolta con estremo piacere.

I risultati di questa consultazione saranno presentati in questo evento, gli stati generali della cultura e del turismo che si terranno a  Roma tra il 15 e il 17 novembre. 
Sono davvero curioso di vederne alcuni.
Sarà il punto di partenza per definire strategie del settore, magari nuove professioni, nuove opportunità che nascono dal basso e dai giovani.
Questo trinomio turismo/giovani/web ha grandi potenzialità. Spero si faccia davvero sul serio ed è per questo che ho risposto con molto entusiasmo alle domande e invito tutti voi a farlo sul sito: http://www.culturaturismo.it
I canali da cui arrivarci sono molteplici:
Twitter @SGCTita
Il programma dell’evento invece è già disponibile: 

Google Plus – questo sconosciuto così importante per il turismo.

Google Plus, un social network sconosciuto ai più (sopratutto tra gli operatori turistici), tanto uguale e tanto diverso da Facebook, che sembrava non essere alla stessa altezza dei tantissimi prodotti di Google.
Sembrava un prodotto di serie B, destinato a spegnersi, ma si sta evolvendo e sta acquisendo potenziale.


Un potenziale fatto di tasti G+, cerchie, recensioni, foto di alta qualità, tutti divenuti fondamentali sopratutto nel turismo, un settore che dal mondo di internet ha subito i principali stravolgimenti. 
In questo settore funzioni come il nuovo motore di ricerca Google Hotel Finder, le opzioni di Google Local Carousel, e sopratutto le recensioni degli utenti stanno diventando indispensabili. 


Esserci su Google Plus significa esserci nel maggior motore di ricerca al mondo. 

La questione infatti è estremamente semplice: se foste voi in Google chi preferireste tra una pagina Facebook e una pagina Google plus? Io la seconda, e vi assicuro che è così, Google preferisce Google. 
E’ dunque ovvio che per essere meglio indicizzati (ovvero per avere una migliore posizione nei risultati del motore di ricerca) bisogna avere almeno una pagina su Google Plus. 
E’ una grande possibilità offerte alle piccole, medie o grandi imprese, che deve però essere saputa sfruttare, sopratutto per le imprese turistiche. 
In questo senso una grande influenza la danno le recensioni su Google, anche se per ora Tripadvisor è ancora il principale punto di riferimento. 
Google però ci sta provando e sta introducendo strumenti che sostituiranno Tripadvisor e anche Booking.com. 


I segnali ci dicono che bisogna investire su Google Plus e i risultati del lavoro di oggi ci vedrà precursori in futuro. Un lavoro certosino fatto di info, contatti, foto, cerchie, targhettizzando i clienti, ma è soprattutto spingendo sulle recensioni che avremo il nostro “plus”.
 La recensione è solo il punto di partenza di una catena che coinvolge tutte le cerchie di chi l’ha scritta. Raggiunge gli amici e le cerchie che hanno gli stessi gusti. Permette di avere un vantaggio su chiunque cerca informazioni rispetto all’oggetto della ricerca.

Proprio Google Hotel Finder (lo strumento che permette di ricercare gli hotel su google) mette ai primi posti le strutture alberghiere che hanno recensioni con un punteggio più alto. 

Le cose stanno cambiando anche per questo sconosciuto. Occhio.

Il Ministro Bray ci chiede una mano. Grazie ad Internet.

E’ ora che la partecipazione sia completa. In situazioni di crisi straordinaria tutte le risorse da utilizzare devono essere straordinarie e Massimo Bray, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ha fin da subito pensato che il digitale dovesse essere uno strumento da utilizzare per raggiungere tutti i professionisti del settore turistico per raccogliere le loro opinioni e soprattutto le loro proposte.

Oggi sul suo  blog scrive così:

“Mi avete inviato ogni giorno tantissimi messaggi, attraverso Facebook,Twitter e la posta elettronica. Ho sempre provato a leggerli tutti e quasi sempre ci sono riuscito. Tutti mi hanno portato a pensare che quello scambio, iniziato spontaneamente ben prima del mio invito, potesse diventare un appuntamento fisso. Oggi, la lettura e la scrittura dei nostri messaggi sono uno dei momenti quotidiani da me più attesi nell’esperienza che ho la fortuna di poter vivere.”

Segno che i tempi sono davvero cambiati? I ministri ci ascoltano e sopratutto colgono quello che il settore gli chiede?
Per Massimo Bray sembra proprio essere così. Tanto è vero che ha lanciato l’iniziativa “I mestieri della cultura e del turismo”, un appello alla contribuzione proprio sul suo blog, al fine di meglio comprendere la situazione del turismo italiano partendo da chi il turismo lo vive tutti i giorni. Chiede sopratutto dati, quelli reali da parte di tutti. Chiede soluzioni, anche quelle da parte di tutti.

Ci chiede i punti di debolezza dell’offerta turistica italiana, ci chiede quali azioni mettere in campo. 
Probabilmente dovrebbero usarlo tutti i ministri questo “crowdfounding di suggerimenti e di idee professionali” che io approvo e promuovo in pieno. 

E questo oggi è possibile solo grazie ad internet e ai suoi strumenti nei quali questo Ministro sta fortemente credendo. E allora aiutamolo se vogliamo davvero credere in questo nostro immenso patrimonio artistico italiano che sembra essere uno dei punti fondamentali da cui ripartire per una rinascita.


C’è bisogno di 5 minuti. Qui.

(Giornata mondiale Turismo #WTD2013). L’acqua, questa grande risorsa turistica.

“Turismo e acqua: proteggere il nostro comune futuro” – ecco il tema.

pubblicato su io ho un sogno Blog


Oggi è la giornata mondiale del Turismo e l’Organizzazione Mondiale del Turismo ha scelto per l’occasione un tema fondamentale legato al futuro dello stesso.

Un settore che spesso vive intorno a questo bene che per esso è di fondamentale importanza. Il turista è naturalmente attratto da questa risorsa dove a milioni quotidianamente ne fruiscono dei benefici sotto differenti punti di vista.
Spesso l’acqua è parte integrante di percorsi turistici sopratutto a carattere naturalistico dove ne rappresenta la caratteristica principale. 
Pensate alle zone umide, alle spiagge, ai fiumi, ai laghi, alle cascate, alle isole, ai ghiacciai o ai nevai (per citarne alcuni) o a tutto il turismo che gira intorno al benessere e ai centri termali e alle acque termali.
E’ anche indispensabile per gli alberghi, i ristoranti e le attività del tempo libero. Allo stesso tempo però c’è anche il problema legato al suo abuso.
Non si può non rilevare infatti che “L’acqua è la chiave della vita: è una risorsa cruciale per l’umanità e il resto del mondo vivente. Tutti hanno bisogno di acqua, non soltanto per bere. I nostri fiumi e laghi, nonché le nostre acque costiere e sotterranee costituiscono risorse preziose da proteggere” per citare la direttiva sulle “acque” della Commissione Europea.
Una giornata, quella di oggi per riflettere sulla necessità di creare turismo intorno ad essa e, allo stesso tempo di avviare una nuova “cultura dell’acqua”, anche e sopratutto in campo turistico.
Sfruttiamola ma proteggiamola, creiamo forme di turismo che siano sostenibili intorno all’acqua.
Questo giorno può essere il punto di partenza.

Libro Bianco dell’Italia turistica: Federturismo propone.

Metto in evidenza dei punti cruciali su cui intervenire nel settore turistico proposti da Federturismo nel Libro bianco dell’Italia Turistica: una una serie di interventi che sono difficilmente non condivisibili.


“Manca una strategia di fondo, manca collaborazione, mancano reti di imprese e manca anche una governance efficace ed efficiente  L’organizzazione del sistema turistico è infatti caotica, disomogenea e con un approccio fortemente burocratico, non in linea con la domanda e il mercato turistico attuale”.

In particolare:

– la politica e le amministrazioni devono avere una leadership, è necessario sopperire alla carenza di politiche di gestione e sviluppo turistico così come di destination management:

– è necessario armonizzare e rendere omogenea la legislazione turistica;

– è fondamentale valorizzare le risorse del territorio e trasformarle in prodotti turistici in grado di generare valore. Basta con il turismo di destinazione, i turisti oggi vogliono proposte esperienziali, motivazionali, differenziazione, personalizzazione e prodotti su misura;
– il turismo congressuale, il montano, lo sportivo così come tanti altre tipologie di turismo devono essere maggiormente strutturati;
– bisogna usare maggiormente e di più le nuove tecnologie, del web e dei social media per la gestione e l’integrazione dei diversi attori turistici, per la commercializzazione e per la distribuzione di informazione;
– dobbiamo sviluppare politiche sostenibili per promuovere e migliorare l’accessibilità ai territori attraverso l’utilizzo di diversi mezzi di trasporto;
– è necessaria la formazione e la crescita delle competenze;
– è importante incrementare la cooperazione tra lo Stato e le Regioni;
In sostanza sviluppare collaborazioni e sinergie oggi deve essere alla base di qualsiasi strategia di sviluppo turistico sia a livello pubblico sia privato.
Fonte:

(Nuove frontiere). Il turismo digitale della #NottebiancaTW


L’avvento dei social network ha cambiato il nostro mondo e soprattutto ha cambiato il turismo e le modalità di fruizione della cultura.
Siamo arrivati al punto che l’online è nella nostra vita, che un bene culturale lo si può fruire ovunque si viva e che anche la cultura può viaggiare su Twitter.

Ma l’idea geniale è venuta a Fabrizio Todisco con #Invasionidigitali nell’aprile scorso.
L’iniziativa  prevedeva l’organizzazione di diversi mini-eventi (invasioni) presso musei e luoghi d’arte italiani e si rivolgeva a blogger, instagramer, appasionati di fotografia e a qualsiasi persona attiva sui social media. 
L’obiettivo era quello di diffondere la cultura dell’utilizzo di internet e dei social media per la promozione e diffusione del nostro patrimonio culturale.
Insomma, promozione gratuita per tutti, con l’aiuto di tutti.

Domani si replica e si riparte con la prima #NottebiancaTW, un nuovo modo di diffondere qualsiasi cosa che sia culturale attraverso Twitter. Il tutto puntando sulla partecipazione di tutti per valorizzare i nostri luoghi, un esempio concreto di come vanno usati i social network.
Gli organizzatori invitano a preparare il caffè e a vivere la prima Notte Bianca su Twitter, uscendo a liberare cultura.

Partecipare è semplicissimo, basta seguire le tre regole descritte sul sito domani dalle 19.00 alle 6.00 del mattino:

  • condividi su Twitter argomenti di cultura, poesia, musica, teatro, destinazioni, luoghi, brani di jazz, rock, pop, folk, fotografie che lasciano gli occhi spalancati…utilizza l’hashtag #NotteBiancaTw e associa l’hashtag dell’argomento che stai condividendo specificandone il genere.

Ad es. Se parlate di poesia #NBTWpoesia o di musica #NBTWmusica e così via.

  • condividi la tua posizione, stampa questa pagina , scrivi con un pennarello il luogo dove ti trovi, scatta una foto e condividila utilizzando l’hashtag #laculturanondormemai.
  • invadi nuovamente i luoghi di cultura della tua città, ovunque ti trovi invita un pò di persone e per una notte ridiamo vita a #invasionidigitali utilizza il tag e condividi su facebook, twitter, instagram, pinterest & google plus i tuoi contenuti in tempo reale.

La nuova frontiera del turismo e della cultura è questa, l’online sempre più reale, sempre più da vivere.

Ecco il sito dell’iniziativa:
http://www.invasionidigitali.it/

Caro Ministro Bray…. Cosa si può fare per il turismo in Italia?

pubblicato su io ho un sogno Blog

La domanda di cui sopra è una questione senza ombra di dubbio molto complessa, perché include una serie di interventi a tutti i livelli. Bisogna iniziare ad operare credendo realmente nel settore turistico e mettendolo realmente al centro di ogni politica, ma sopratutto smetterla di considerarlo un hobby e una materia di secondo piano.

Il settore deve realmente diventare la ragion d’essere di tutti gli interventi in tutti i settori, dalle infrastrutture alla formazione, dalle politiche ambientali fino al mondo del lavoro, il terzo settore e le liberalizzazioni, utilizzando le parole d’ordine: unità e rete.
L’Italia turistica deve essere una sola.
In primo luogo inizierei con degli interventi in ambito legislativo, dalla Costituzione. Comincerei con il rivedere il titolo V della Costituzione che ha demandato la materia turistica alle Regioni, contribuendo a rendere l’immagine italiana all’estero frammentata. Ogni Regione si promuove da sé e contribuisce a veicolare un’immagine all’estero frammentata, confusa e senza obiettivi.
La riforma ha contribuito a rendere confusa e differente la legislazione regionale in materia di strutture ricettive, di professioni turistiche e di standard di servizi. Ad ogni regione la sua legge, diversa e che differenzia il prodotto Italia, in Italia.

Massimo Bray.
Ministro del turismo, dei beni e delle attività culturali

Bisogna centralizzare la materia turistica, con strategie e obiettivi definiti a livello nazionale per poi individuare le azioni da intraprendere per ogni regione, provincia e comune (basta vedere fiere internazionali con tutte le regioni presenti, o il comune “tal dei tali” che nessuno conosce a San Pietroburgo). Dobbiamo evitare che ci siano differenze di immagine (l’unica immagine da promuovere è quella dell’Italia), di percezione della qualità dei servizi differente. Un hotel a tre stelle deve avere gli stessi standard in tutta Italia. La qualità dei servizi deve essere percepita ugualmente ovunque.
Dobbiamo rifondare il Ministero del Turismo e avere un’unica agenzia nazionale per la promozione del prodotto Italia, che si chiami ENIT o altro. Abbiamo necessità di regolamentare le professioni turistiche e di puntare sugli specialisti del settore: mai più abusivi del settore, ma professionisti che conoscono il loro mestiere. Evitiamo ingegneri in posti chiave, diamo peso alle classi di laurea nel settore turistico nei concorsi pubblici, togliamo i politici riciclati dalle poltrone turistiche fondamentali. Dobbiamo credere in chi ha studiato e vissuto questo settore.
Infine diffondiamo la cultura dell’accoglienza nelle future generazioni, insegnamogli il territorio, facciamoglielo tutelare e promuovere sempre ed ovunque, in ogni momento della loro giornata. Introdurrei la “materia dell’ accoglienza” nelle scuole.
Ancora, creare le infrastrutture, sopratutto strade e le ferrovie, i servizi turistici di base nei comuni. Credo siano completamente inutili gli aeroporti ovunque, il nostro è un paese piccolo, non ne ha bisogno. Di aeroporti chiusi ne ho visti già fin troppi. Facciamo in modo che i soldi vadano principalmente ai comuni per Ia realizzazione dei servizi turistici essenziali, che si creino delle partnership pubblico-privato per questo.
Insomma, dobbiamo fare davvero rete! Gli operatori turistici devono smetterla di farsi la guerra e lavorare insieme per la promozione della località, per l’elevazione della qualità dei servizi del territorio, insieme con le istituzioni e il terzo settore.
Insieme è meglio e più economico. Un territorio come quello italiano deve unirsi e promuovere le infinite qualità che ha. Ogni settore deve attrarre turismo, dall’artigianato alla gastronomia, passando dai trasporti fino alla formazione, e dobbiamo integrarli, promuovendo nel mondo l’italianità.

Ministro Bray, la trovo in accordo con me?

L’Irpinia, la Costiera e il matrimonio turistico (che non s’ha da fare)

Bisaccia

La Regione Campania genera circa 12 milioni di arrivi di turisti annui, di questi solo l’1,5 percento arrivano nella provincia di Avellino. Strutture ricettive poche e di basso livello, assenza di servizi di accoglienza di base e grandi distanze tra località, unite alla scarsa qualità dei  trasporti pubblici fatiscenti, di certo non contribuiscono alla crescita dei numeri nel settore.

Gli investimenti fatti, soprattutto nei grandi eventi, non sono stati sufficienti in questi anni. Tanti e mal coordinati, privi di un obiettivo di fondo e senza logica programmatica.

logo_regione_CampaniaLa provincia di Avellino ha da sempre rappresentato una realtà diversa da Napoli e dalla costa: senza mare, pochi attrattori di grande rilievo, clima diverso e sopratutto origini storiche e quindi storia diversa. E’ chiara anche la necessità di interventi diversi. Tutto ciò che un turista vede a Napoli, Salerno, Pompei, in Costiera Amalfitana è unico al mondo e non replicabile: storico, culturale o naturalistico che sia.

Avellino e provincia invece sono altra cosa, sono aree dove non è presente nulla di storico in particolare, con caratteristiche e peculiarità che muovono turisti di altro genere, con altre motivazioni.

Ciò che è nell’immaginario del turista costiero campano è legato all’immagine del sole, del mare, alla grande storia millenaria di Napoli. Elementi che creano, alla base, delle motivazioni al viaggio completamente differenti dalle motivazioni di un potenziale turista della provincia di Avellino.

Un paesaggio d'Irpinia

Un paesaggio d’Irpinia

Avellino non è tutto ciò, e tentare di “trascinare” i turisti costieri nelle aree interne è esperimento arduo, ma soprattutto negli anni si è rivelato fallimentare. Alla base degli scarsi risultati c’è stata certamente un’errata valutazione non solo dell’assenza di un rapporto turistico tra province, per cui è molto difficile spostare flussi dalla costa all’interno, ma anche dei bisogni dei turisti delle aree costiere, che nella maggioranza dei casi non trovano soddisfazione nel visitare le aree interne.

Dunque il problema è diverso. Spostare masse di turisti demotivati rispetto alla visita di una località è sbagliato. È sbagliato spingere turisti verso luoghi che non sono nell’immaginario del loro viaggio e che non sono nelle motivazioni del viaggio stesso.

Un paesaggio costiero

Un paesaggio costiero

Dunque è chiaro che Avellino e la sua provincia non possono prescindere dal Napoletano e dalle zone costiere se vogliono vedere crescere i propri arrivi. È l’Irpinia che deve costruire il proprio turismo sulle proprie caratteristiche, promuovendosi per quello che è e generando motivazioni di viaggio nei potenziali turisti.

Ma quali sono le caratteristiche dell’Irpinia e quali turisti può intercettare?

L’Irpinia oggi ha una grande opportunità: la crisi. In genere le crisi generano nuovi modelli di comportamento e consumo, e generalemente lo fanno anche nel turismo e nei turisti. Il turista, infatti, investe due elementi importantissimi in una vacanza: tempo libero e denaro. Elementi che in situazioni di crisi diventano ancora più importanti. Allora è necessario restituire valore alla vacanza e alla genuinità della stessa.

In questa situazione se la provincia di Avellino vuole creare turismo deve trovare in sè stessa le risorse e le capacità, non sperare in altri e in flussi turistici di altra natura. La nuova domanda si muove verso la ricerca della gastronomia genuina, verso la qualità dell’accoglienza, l’unicità e la semplicità. Tutte caratteristiche insite nell’Irpinia.

A ciò vanno aggiunti elementi quali la sicurezza, la qualità dell’ambiente naturale e la componente della scoperta.

L’Irpinia, sul panorama turistico nazionale e internazionale, dal punto di vista del turismo, è semisconosciuta, quindi lavorare sul viaggio della riscoperta è un ulteriore tassello da riempire, insieme con gli elementi individuati in precedenza.

6830827781_02a43f8d8aLe nuove motivazioni si basano sulla ricerca del vero con una grande componente umana, in cui sono assenti standardizzazioni e presenti sempre più personalizzazione e specificità dell’offerta. E’ chiaro quindi che c’è bisogno di un ambiente naturale dove poter svolgere tutte queste attività, con un necessario coinvilgimento della comunità in questo processo dove il  coordinamento del territorio è l’elemento fondamentale che spetta alle istituzioni.

L’Irpinia non ha bisogno di azioni complicate, di grandi eventi e infiniti investimenti, ma semplicemente di convincere le popolazioni a fare azioni, mettendosi in gioco, sulle proprie caratteristiche e non sperando in altri. E’ necessario accompagnare un territorio che è fatto di migliaia di comuni e comunità, educandolo al turismo e i cui risultati non si vedranno immediatamente, ma nel tempo.

La cultura turistica viene dal lavoro costante in questo senso, e solo lavorando la si potrà creare. Questo è ciò di cui l’Irpinia ha bisogno, anche dimenticandosi della costa e di Napoli.

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